Un olio essenziale è un estratto vegetale ottenuto da una pianta aromatica o parte di essa. Può quindi derivare dai fiori, dai frutti, dalle foglie, dai semi, dalle radici o dalla corteccia.
I principali metodi per estrarre un olio essenziale sono due:
Sfruttando diversi modi di applicazione (cutanea, olfattiva, orale, rettale o vaginale), gli oli essenziali possono essere utilizzati come singole essenze o sotto forma di sinergie. Sapientemente utilizzati, possono accompagnare e sostenere l’organismo sia sul piano fisico che psichico (1-2).
Condensando tutta la quintessenza della pianta, l’olio essenziale rimane uno strumento naturale da utilizzare con cautela, in particolare nei soggetti fragili (bambini, donne incinte o in allattamento, persone epilettiche...) (3). In caso di dubbio, chiedi consiglio al medico o al farmacista. Scopriamo ora i 7 migliori oli essenziali da tenere sempre a portata di mano.
L’olio essenziale di ravintsara – letteralmente "buona foglia", in malgascio – deriva dalla distillazione delle foglie della canfora del Madagascar (Cinnamomum camphora).
Sotto l’influenza del clima africano, quest'albero simile al lauro presenta una particolare razza chimica (si parla di "chemotipo") che lo contraddistingue dagli altri tipi di canfora. È infatti ricco di 1,8-Cineolo (circa il 65 % della sua composizione), mentre la canfora, molecola nota per i suoi effetti neurotossici, risulta assente.
Estremamente delicato, l’olio di ravintsara agisce soprattutto sulle vie respiratorie, grazie alle sue proprietà decongestionanti. Svolge anche una regolare azione di sostegno dei nostri meccanismi di difesa (4). Un valido alleato nel periodo invernale!
Se le sue foglie esaltano il sapore dei pomodori, le sue estremità fiorite producono un olio essenziale estremamente potente. O più esattamente tre, che variano a seconda della specie distillata: origano compatto (Origanum compactum L.), origano di Spagna (Thymus capitatus L.) e origano verde (Origanum vulgare L. var. hirtcum).
Nonostante qualche piccola differenza, tutti contengono una quantità importante di carvacrolo, un fenolo molto attivo a livello infettivo, parassitario e fungino (5). In quanto tonificanti, danno inoltre un vigoroso effetto stimolante in caso di stanchezza intensa. Infine, forniscono anche supporto alla funzione gastrointestinale (6).
L’eccezionale potere dell’olio essenziale di origano invita tuttavia alla prudenza: infatti, essendo dermocaustico ed epatotossico nel lungo termine, è da utilizzarsi solo negli adulti per brevi periodi e diluito in un olio vegetale. Per una maggiore efficacia, è disponible anche in forma orale (ad esempio le capsule di Oil of Oregano, con una percentuale standard di carvacrolo pari al 40%).
Analgesico e anestetico, l’olio essenziale di menta piperita (Mentha x piperita) è un’esplosione di freschezza: il suo contenuto di mentolo e mentone aiuta a contrastare la sensazione di dolore (7). Pura, si utilizza tuttavia solo su una superficie molto piccola: se si vuole coprire un'area più estesa è da diluire in una sostanza grassa.
Inalata o applicata localmente sulle tempie, è un valido alleato anche contro il mal di testa (8).
Alcuni integratori alimentari orali la combinano con altri oli essenziali per sfruttare appieno il suo potenziale energizzante. Associata alla cannella della Cina, ricca di aldeidi aromatiche, e la scorza di limone, fonte di monoterpeni, offre un'azione sinergica completa (è il cocktail proposto dalla formula Organic Defense Mix, che contiene anche origano verde) (9-10).
È approdando sulle rive australiane che il navigatore James Cook fa la conoscenza dell'albero del tè o tea tree (Melaleuca alternifolia). Inizialmente sedotto dalla freschezza delle sue foglie in infusione, presso le popolazioni locali scopre che quando usate nella realizzazione dei cataplasmi sono eccellenti per la prevenzione delle superinfezioni delle ferite. Tuttavia, bisognerà attendere i lavori del chimico Arthur de Raman nel 1922 per attestarne scientificamente i poteri.
In aromaterapia, l’olio essenziale di tea tree si comporta come un modificatore di terreno ad ampio spettro d’azione, limitando l’insorgenza di ospiti indesiderati a livello dei tessuti epiteliali (11). Nel campo della cosmesi, rimane molto apprezzato per le pelli problematiche per le sue proprietà purificanti (12).
Originario anch'esso delle terre australiane, l’eucalipto è disponibile in diverse varietà. Dà così origine a tre oli essenziali distinti:
Crescendo a più di 1.000 m di altitudine, la lavanda vera, lavanda a foglie strette o lavanda officinale (Lavandula angustifolia) corrisponde alla lavanda "femmina". Dalle sue estremità fiorite proviene un olio essenziale ampiamente riconosciuto dagli aromaterapisti per le sue qualità olfattive, facilità e flessibilità d’uso.
Grazie a un'alta concentrazione di linalolo e acetato di linalile, questa pianta cespugliosa originaria della Provenza contribuisce al rilassamento e al miglioramento del sonno (15-16). Il suo olio può essere combinato con altri oli essenziali lenitivi (l'integratore orale Organic Relaxing Oil Blend punta così su un trio di oli essenziali biologici zen tra cui la lavanda vera, l'olio essenziale di mandarino e il carvi).
Estratto dal fiore immortale, il cui nome deriva dalla sua incredibile longevità, l’olio essenziale di elicriso italiano (Helichrysum italicum) agisce su tutti i piccoli “colpi” della vita quotidiana (urti, ematomi…) facilitandone il riassorbimento, ma anche su cicatrici già esistenti, migliorandone l’aspetto (17). Una proprietà che si ritrova anche sul piano emotivo, per la sua propensione ad attenuare i traumi psicoaffettivi.
Seppur di innegabile interesse, precisiamo che l’elicriso contiene una quantità importante di italidioni, chetoni che provocano neurotossicità nel lungo termine. Pertanto, si consiglia di utilizzarlo per un periodo di tempo piuttosto breve (o di osservare finestre terapeutiche sufficienti in caso di uso prolungato).
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