Identificata nel XIX secolo, la cheratina è una proteina naturale insolubile sintetizzata da cellule specializzate chiamate cheratinociti. Ricca di zolfo, è composta da 18 aminoacidi, tra cui una netta maggioranza di cisteina (1).
Nel regno animale, la cheratina si suddivide in due categorie principali: beta-cheratina (presente principalmente nei rettili e negli uccelli) e alfa-cheratina (presente nei mammiferi, tra cui l’uomo) (2). La fitocheratina, invece, deriva dall’idrolizzazione di proteine vegetali, il più delle volte di grano o di mandorle.
Nel corpo umano, la cheratina si concentra nelle fanere, tra cui capelli, unghie e pelle, dove svolge un ruolo protettivo e strutturale (3). Inclusa da molto tempo nell’arsenale di bellezza dell’industria cosmetica, è molto spesso coinvolta nella cura dei capelli come shampoo rinforzanti, maschere, sieri… e persino nella stiratura brasiliana (per dire addio all’effetto crespo) (4-5)!
Componente fisiologica del capello, la cheratina rappresenta da sola quasi il 95% della composizione delle fibre capillari, dove è presente nei diversi strati del fusto (ad eccezione del midollo centrale, che non riveste alcuna funzione particolare).
Nella cuticola, lo strato più esterno del capello, la cheratina cementa le scaglie in modo che rimangano compatte e piatte. Rende questa guaina protettiva più resistente alle aggressioni esterne, rafforzandone la lucentezza naturale. Un deficit di cheratina di solito si traduce in capelli spenti, doppie punte o capelli porosi e fragili (6-7).
Si trova anche in forma pigmentata nella corteccia, lo strato intermedio più denso. Incorpora una rete di fibrille che segue l’asse degli steli capillari, mantenendo la plasticità del capello (8).
Importante: la sintesi di cheratina da parte del bulbo pilifero non viene rinnovata. Viene eseguita solo durante la fase di crescita (anagen) del ciclo pilifero, che corrisponde al periodo di crescita del capello. Se il capello è maltrattato (asciugacapelli troppo caldo, spazzolature ripetute, uso di elastici o mollette e fermagli, ecc.), purtroppo non può ripararsi autonomamente (9).
Prodotta a livello della matrice ungueale (base dell’unghia nascosta sotto la pelle), la cheratina conferisce alle unghie splendore, aspetto liscio e resistenza (10).
Unghie fragili, indebolite, striate o che si spezzano possono essere sintomo di una carenza di cheratina, seppure molti altri fattori ne favoriscano la fragilità: esposizione a sostanze chimiche corrosive, traumi, infezioni fungine, alimentazione non equilibrata (11), ecc.
Vero e proprio baluardo della pelle, l’epidermide è composta principalmente da cheratinociti. Questi migrano dallo strato basale (lo strato più profondo) allo strato corneo (lo strato più superficiale), arricchendosi progressivamente di cheratina (12).
Al termine della migrazione, si differenziano in corneociti, cellule morte piatte, dure e altamente cheratinizzate, che si incastrano per formare un involucro corneo liscio e solido, che ha notevoli proprietà biomeccaniche (le quali assicurano la resistenza della pelle agli attriti), mantiene la corretta idratazione della pelle e previene le intrusioni patogene. La sua coesione eccezionale è data dalle giunzioni specifiche (definite “strette” e “desmosomi”) che la cheratina si sforza di consolidare (13).
I corneociti, alla fine del ciclo, subiscono inoltre un processo di desquamazione, indispensabile all’eliminazione delle cellule morte e al rinnovamento cutaneo (14).
È quindi facile capire che l’aspetto della pelle è intrinsecamente legato allo stato dello strato corneo e, a maggior ragione, alla sua cheratinizzazione. In particolare, un involucro corneo troppo sottile espone a irritazioni o a una maggiore sensibilità cutanea (15).
Vuoi ritrovare una chioma radiosa, unghie lucide e una carnagione luminosa? Oltre a una dieta equilibrata e sufficientemente variegata, alcuni integratori che contengono cheratina possono offrire una spinta di bellezza apprezzabile:
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