Stando alla maggior parte delle stime, la popolazione umana dovrebbe sfiorare i 10 miliardi di individui entro il 2050. Infatti, ogni ora, il pianeta conta 10.000 bocche in più da sfamare.
Allo stesso tempo, le superfici agricole disponibili per alimentare l’umanità diminuiscono drasticamente: se nel 1980 si contavano 3.000 m² di superficie agricola per abitante sul pianeta, oggi se ne contano solo 2.400 e saranno solo 1.600 entro il 2050 (1).
Inoltre, il cambiamento climatico rafforzerà le restrizioni che gravano sulla produzione alimentare mondiale: situazioni di siccità più accentuate, calo delle rese agricole, rischi climatici più frequenti, ecc. E questo senza contare la diminuzione delle risorse naturali (2).
Per fornire a tutta l’umanità delle quantità sufficienti di macronutrienti (proteine, carboidrati e lipidi) e micronutrienti (vitamine, minerali, oligoelementi, ecc.) in modo responsabile ed efficiente in un mondo più difficile, sono necessarie delle innovazioni per sviluppare il cibo di domani.
Mentre vengono già consumati da quasi 2 miliardi di esseri umani nel mondo odierno, e tradizionalmente soprattutto nei paesi del Sud, gli insetti hanno atteso lungo tempo prima di essere autorizzati come “novel food” per l’alimentazione umana in Europa.
Gli insetti sono uno degli alimenti del futuro più promettenti per nutrire 10 miliardi di esseri umani (3): sono infatti ricchi di proteine, richiedono poco spazio e cibo e non consumano acqua direttamente.
Per il momento, tuttavia, solo due specie sono autorizzate dall’EFSA ai fini del consumo umano in Europa: le locuste della società olandese Protix e il tenebrione mugnaio essiccato di Agronutris (a cui si aggiunge il tenebrione mugnaio surgelato prodotto sempre da Protix).
In questione: le numerose analisi necessarie per verificare le prestazioni nutrizionali e la sicurezza degli insetti, in particolare per quanto riguarda le possibili allergie (4).
Se il tema della produzione della carne sintetica, in vitro, da parte delle start-up negli ultimi anni è salito agli onori della cronaca per il carattere decisamente futuristico dell’idea, la carne in vitro appare sempre meno come una soluzione praticabile a medio termine (5).
In effetti, il costo in termini di energia e tecnologie avanzate necessarie per la produzione di carne sintetica rende il processo attualmente non redditizio. Peraltro, allo stato attuale delle tecnologie, la produzione di carne in vitro avrebbe un impatto ambientale considerevole, il che rende la soluzione obsoleta rispetto alle sfide dei prossimi decenni (6).
Seppure siano consumate da millenni in Asia, solo di recente le società occidentali hanno scoperto i benefici delle alghe per la salute e la nutrizione. E questo senza considerarne i vantaggi sul piano ambientale.
Le alghe, infatti, già oggi catturano quasi il 50% della CO2 presente nell’atmosfera. Potenzialmente ricche di proteine e/o lipidi (a seconda della specie) e facili da coltivare, possono essere inoltre trasformate in ingredienti per la preparazione di ricette, ad esempio come perfette sostitute delle uova (7).
Le alghe sono quindi un ottimo candidato per contribuire a nutrire l’umanità di domani.
Oggi è ampiamente riconosciuto che l’immagine di un’umanità del futuro che si nutre di pillole, così come sviluppata dagli autori di fantascienza, è aberrante (abbiamo bisogno di mangiare del cibo vero), ma gli specialisti concordano sul fatto che un’ integrazione sarà probabilmente indispensabile per provvedere ai nostri bisogni.
Infatti, in un pianeta con superfici agricole ridotte, la grande posta in gioco sarà l’intensificazione della produzione. In questo contesto, gli integratori alimentari costituiscono una risorsa ideale per fornire all’umanità dei micronutrienti non necessariamente presenti nelle fonti alimentari previste per soddisfare il nostro fabbisogno di macronutrienti.
Oggi, pertanto, non è affatto difficile immaginare un’umanità del futuro che assume quotidianamente un cocktail di integratori più o meno simile a quello riportato qui di seguito.
Ricchi di fibre, minerali, vitamine e, in una certa misura, proteine (circa il 3% per molti funghi come gli shiitake), facili da coltivare poiché richiedono poca superficie, acqua ed energia e sfruttano i rifiuti organici, i funghi sono riconosciuti dagli esperti come un alimento che conoscerà ampia diffusione in futuro. E questo soprattutto perché la loro ricchezza di polisaccaridi ha dimostrato dei benefici per l’immunità (14-15).
Inoltre, lieviti e batteri vengono già sfruttati per produrre, mediante fermentazione, proteine ad alta biodisponibilità consumabili dall’uomo. E questo, ad esempio, usando 10 volte meno superficie della soia.
10 volte più calorie e proteine, una produzione che avviene in poche ore anziché mesi, una produttività di 1.500 chilocalorie per metro quadrato (con la possibilità di cumulare questa superficie con la produzione di elettricità solare): lieviti e batteri costituiscono senza dubbio una delle vie più importanti per produrre il cibo di domani (16-17).
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